Scutari 2010

domenica 19 settembre 2010

"Ama finche' non ti fa male, e se ti fa male, proprio per questo sara' meglio" : Scutari 2010

Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo che raccontasse la mia esperienza in Albania, non avrei mai immaginato che potesse essere così difficile: "sono stata 20 giorni sai quante cose da dire?" questo è quello che subito ho pensato. Eppure ogni volta che prendo carta e penna, le parole non escono...!  Mi è sempre piaciuto scrivere, ma ci sono delle volte in cui ti rendi conto che nessuna parola può dire ciò che realmente senti, nemmeno riempendo un foglio riusciresti a far capire ciò che hai vissuto... beh raccontare 20 giorni di esperienza a Scutari rappresenta proprio una di quelle volte in cui le parole non servono.

 

"Racconta ciò che hai fatto",  questo il consiglio che tutti mi danno.. la difficoltà sta proprio nel ricordare perché ogni volta che mi fermo a ripensare a quei giorni non lontani, dentro di me cala il silenzio e penso che se ci fosse un modo per descriverlo sarebbe proprio questo il discorso più bello da fare.

 

Sono partita il 6 agosto dal porto di Bari con dei compagni stupendi e una guida speciale: Mara, Maria, Chiara, Vincenzo, Antonio, Salvatore, Don Paolo. Sono sicura che tutti siano d'accordo con me nell'affermare che in realtà l'esperienza missionaria non si consuma nel "fare le cose" ma nel "viverle", l'esperienza missionaria è fatta di momenti, di attimi, di incontri, di condivisioni che vivi e senti ma che metabolizzi solo una volta tornata a casa quando ti accorgi che tutto questo ti manca da morire.

 

E' così che io mi sento oggi... morire! La sensazione è la stessa che provi dopo una lunga corsa e arrivata al traguardo ti senti stringere in gola, il cuore batte tanto forte che hai paura possa scoppiare da un momento all'altro e ti chiedi " MA NE E' VALSA LA PENA CORRERE TANTO?"... sarà scontata la mia risposta???.. però SI, NE E' VALSA LA PENA!!!

 

Sarebbe molto facile dirvi che la mattina mi svegliavo alle 7.15, che durante la giornata non c'era un attimo per riposare, che si correva correva correva, che Don Paolo è stato soprannominato Forrest Gump, potrei raccontare dell'estate ragazzi a Berdice, di Scutari, delle gite, degli scherzi, del mare, del lago... ma in realtà l'esperienza non è questo, per me è stato molto di più del semplice fare!

 

Sono stati gli incontri che hanno fatto la differenza. L'incontro col Signore, con gli altri, e quello più difficile con te stessa. Quei lunghi silenzi che sembrano non finire mai, che vorresti non far finire mai... silenzi in cui certe parole, frasi, immagini ti girano tra cuore e cervello e ti bloccano perché non sai veramente cosa è giusto fare... ti senti soltanto inutile di fronte a tale immensità. Incontri che danno la giusta sfumatura a dei colori già bellissimi e tu che non sei un pittore non ne capisci il valore ma ti emozioni lo stesso. Così io riguardando quelle foto, rivivendo quei momenti, non posso fare altro che emozionarmi perché ripenso alla fragilità che c'era in me e nei miei compagni, a quanto è stato difficile vivere certi momenti, a quanto è stato difficile convivere con gli altri e soprattutto con me stessa, con le mie paure, le mie debolezze, la mia voglia di scappare e quella di non voler più andare via.

 

A volte egoisticamente penso che non avrei mai voluto scoprire questo mondo interiore così bello perché ora sarei una semplice ragazza di 24 anni che pensa alle cose "normali" e smetterebbe di soffrire per le cose che non vanno. La risposta arriva subito quando il cuore batte a mille e ti rendi conto che sei solo fortunata e che la felicità non è quella apparente; la felicità vera è quella di un cuore che sorride di fronte ad un bambino, la felicità è anche quella di un cuore che si dispera di fronte ad un bambino che scappa perché tu quel bambino hai la fortuna di conoscerlo.

 

Sono consapevole di non avere nessun potere per cambiare tante cose che non vanno bene in questo mondo, non ho il potere di togliere tutti i bambini dalla strada, di dare un futuro migliore ad ognuno di loro, non posso dare occhi nuovi ad un mondo cieco, non posso dire parole di conforto a tutti quelli che soffrono, non posso rassicurarli che andrà tutto bene e che le cose cambieranno! .. Ma posso usare la mia vita per fare qualcosa di straordinario, posso usare le mie qualità, posso evitare di sprecarla, posso convivere con me stessa anche se non sono tutto ciò che avrei voluto essere... infondo la vita è un sogno, e il mio dovere è renderlo reale. Madre Teresa dice"Ama finchè non ti fa male, e se ti fa male, proprio per questo sarà meglio". Io dico che se fa male un motivo ci sarà e questo dolore sarò disposta a sopportarlo finchè non sarò in grado di trovare la giusta cura.  Nel frattempo posso solo assaporare quella lacrima che scende ogni volta che ci penso!

 

Lidia

 

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