Non perse tempo il piccolo Giovanni Bosco quando, a nove anni, ebbe il sogno che cambiò la sua vita: un Uomo e una Donna che gli chiedevano di diventare amico di poverissimi ragazzi incontrati per strada che urlavano e bestemmiavano.
Per conquistare i suoi piccoli compagni imparò a fare il saltimbanco e dopo giochi di prestigio ed equilibrismi con barattoli e padelle, alle feste patronali chiamava i piccoli spettatori a pregare.
Il suo primo "oratorio" lo chiamò la società dell'allegria: era tornato a casa, da dove se n'era andato a causa dei litigi con il fratello che invece che prete lo voleva contadino.
La sua vita da prete iniziò nei sobborghi degradati e disperati della Torino della rivoluzione industriale, al mercato generale della città, nelle carceri, per le strade e sotto i ponti, dove andavano a dormire le migliaia di disperati che arrivavano in città con la prospettiva di un lavoro e finivano magari in carcere.
Le carceri di Torino erano allora un deposito di persone disperate che cercavano di sopravvivere: "Che orrore si prova entrando in una prigione al veder tanti giovinastri chiusi tra quei ferri, legati come bestie, arrabbiati e consumati dalla fame" dice San Giuseppe Cafasso. Il giovane prete ne è sconvolto.
Comincia ad ospitare ragazzi immigrati che venivano da lontano e non sapevano dove andare.
Nasce il primo Oratorio: ottanta ragazzi messi insieme in sei mesi a cui provvedere per un tetto, un lavoro, le esigenze del gioco, la crescita spirituale e umana. Don Bosco ebbe sempre una grande difficoltà con i soldi. La sua prima benefattrice fu la madre, vendette tutte le sue povere cose e si mise a disposizione dei ragazzi. "Un giorno avete detto che se diventavo ricco non sareste mai venuta a casa mia. Ora invece sono povero e carico di debiti. Non verreste a fare da mamma ai miei ragazzi?" le aveva chiesto il figlio.. Le condizioni di lavoro in quell'epoca erano durissime. Don Bosco inizia a cercare lavoro per i suoi ragazzi e firma con loro e con il datore di lavoro i primi contratti di apprendistato: il datore di lavoro non potrà impiegare il ragazzo in mansioni diverse da quelle previste nel contratto e non potrà picchiarlo.
L'apprendista però è sempre trattato poco diversamente che da un piccolo schiavo, e allora Don Bosco decide di aprire in oratorio la prima scuola di avviamento al lavoro. Inizia lui a far vedere come si il ciabattino, il sarto, il falegname, il meccanico. Ora le scuole professionali salesiane sono oltre 200 in tutto il mondo.
Don Bosco fonda la congregazione salesiana il 26 gennaio 1854, con quattro dei suoi ragazzi: Rua, Cagliero (che diventerà cardinale), Rocchietti e Artiglia e ospita Domenico Savio. La casa, la scuola, il lavoro, ma anche il gioco e la preghiera. "Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, preghiera.", è il grande programma spirituale di don Bosco. Teatro, musica, radio e televisione, sport, impegno sociale e politico, cultura, scuola, istruzione professionale e lavoro, tempo libero e preghiera; queste le attività di un oratorio salesiano nel quale sono coinvolti i sacerdoti, le suore di Santa Maria Ausiliatrice (il ramo femminile della congregazione salesiana) e un "esercito" di laici cooperatori salesiani.
Di seguito il programma della festa:Non perse tempo il piccolo Giovanni Bosco quando, a nove anni, ebbe il sogno che cambiò la sua vita: un Uomo e una Donna che gli chiedevano di diventare amico di poverissimi ragazzi incontrati per strada che urlavano e bestemmiavano.
Per conquistare i suoi piccoli compagni imparò a fare il saltimbanco e dopo giochi di prestigio ed equilibrismi con barattoli e padelle, alle feste patronali chiamava i piccoli spettatori a pregare.
Il suo primo "oratorio" lo chiamò la società dell'allegria: era tornato a casa, da dove se n'era andato a causa dei litigi con il fratello che invece che prete lo voleva contadino.
La sua vita da prete iniziò nei sobborghi degradati e disperati della Torino della rivoluzione industriale, al mercato generale della città, nelle carceri, per le strade e sotto i ponti, dove andavano a dormire le migliaia di disperati che arrivavano in città con la prospettiva di un lavoro e finivano magari in carcere.
Le carceri di Torino erano allora un deposito di persone disperate che cercavano di sopravvivere: "Che orrore si prova entrando in una prigione al veder tanti giovinastri chiusi tra quei ferri, legati come bestie, arrabbiati e consumati dalla fame" dice San Giuseppe Cafasso. Il giovane prete ne è sconvolto.
Comincia ad ospitare ragazzi immigrati che venivano da lontano e non sapevano dove andare.
Nasce il primo Oratorio: ottanta ragazzi messi insieme in sei mesi a cui provvedere per un tetto, un lavoro, le esigenze del gioco, la crescita spirituale e umana. Don Bosco ebbe sempre una grande difficoltà con i soldi. La sua prima benefattrice fu la madre, vendette tutte le sue povere cose e si mise a disposizione dei ragazzi. "Un giorno avete detto che se diventavo ricco non sareste mai venuta a casa mia. Ora invece sono povero e carico di debiti. Non verreste a fare da mamma ai miei ragazzi?" le aveva chiesto il figlio.. Le condizioni di lavoro in quell'epoca erano durissime. Don Bosco inizia a cercare lavoro per i suoi ragazzi e firma con loro e con il datore di lavoro i primi contratti di apprendistato: il datore di lavoro non potrà impiegare il ragazzo in mansioni diverse da quelle previste nel contratto e non potrà picchiarlo.
L'apprendista però è sempre trattato poco diversamente che da un piccolo schiavo, e allora Don Bosco decide di aprire in oratorio la prima scuola di avviamento al lavoro. Inizia lui a far vedere come si il ciabattino, il sarto, il falegname, il meccanico. Ora le scuole professionali salesiane sono oltre 200 in tutto il mondo.
Don Bosco fonda la congregazione salesiana il 26 gennaio 1854, con quattro dei suoi ragazzi: Rua, Cagliero (che diventerà cardinale), Rocchietti e Artiglia e ospita Domenico Savio. La casa, la scuola, il lavoro, ma anche il gioco e la preghiera. "Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, preghiera.", è il grande programma spirituale di don Bosco. Teatro, musica, radio e televisione, sport, impegno sociale e politico, cultura, scuola, istruzione professionale e lavoro, tempo libero e preghiera; queste le attività di un oratorio salesiano nel quale sono coinvolti i sacerdoti, le suore di Santa Maria Ausiliatrice (il ramo femminile della congregazione salesiana) e un "esercito" di laici cooperatori salesiani.