2 ottobre 1854. Nel cortile, davanti alla sua casetta dei Becchi, Don Bosco vide arrivare Minot con suo papà. Quell’incontro (uno dei più importanti della sua vita) Don Bosco lo narrò come se l’avesse filmato con una cinepresa.
«Era... di buon mattino, allorché vedo un fanciullo accompagnato da suo padre che si avvicina per parlarmi. Il volto era ridente, l’aria rispettosa. Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore».
Al termine dell’incontro, Don Bosco, sapendo che la mamma di Domenico era sarta, disse: Mi pare che in te ci sia della buona stoffa.
– A che può servire questa stoffa?
– A fare un bell’abito da regalare al Signore.
– Dunque io sono la stoffa, ella ne sia il sarto; dunque mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore.
Il 24 giugno all’Oratorio si faceva festa: era l’onomastico di Don Bosco. Ognuno cercava di manifestargli il suo affetto, e Don Bosco ricambiava con cuore grande. La sera del 23 giugno 1855 disse ai suoi ragazzi: «Domani volete farmi la festa, e io vi ringrazio. Da parte mia, voglio farvi il regalo che più desiderate. Perciò ognuno prenda un biglietto e vi scriva sopra il regalo che desidera. Non sono ricco, ma se non mi chiederete il Palazzo Reale, farò di tutto per accontentarvi».
Quando lesse i biglietti, trovò domande serie e bizzarre. Chi gli chiedeva «cento chili di torrone per averne per tutto l’anno», chi un cucciolo «al posto di quello che ho lasciato a casa».
Sul biglietto di Domenico trovò 5 parole: «Mi aiuti a farmi santo».
Don Bosco chiamò Domenico e gli disse: «Quando tua mamma fa una torta, usa una ricetta che indica i vari ingredienti da mescolare: lo zucchero, la farina, le uova, il lievito... Anche per farsi santi ci vuole una ricetta, e io te la voglio regalare. È formata da tre ingredienti che bisogna mescolare insieme.
Primo: allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace non piace al Signore. Caccialo via.
Secondo: i tuoi doveri di studio e di preghiera. Attenzione a scuola, impegno nello studio, pregare volentieri quando sei invitato a farlo.
Terzo: far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni quando ne hanno bisogno, anche se ti costa un po’ di disturbo e di fatica. La ricetta della santità è tutta qui».
Domenico ci pensò su. I primi due «ingredienti», gli pareva di averli. Nel far del bene agli altri, invece, qualcosa di più poteva fare, pensare, inventare. E da quel giorno ci provò.
Papa Pio XII lo dichiarò «Santo» il 12 giugno 1954. Il primo santo di 15 anni.