Lettera aperta di una neo Cooperatrice
Spesso la vita riserva sorprese ma il privilegio di una vocazione è a dir poco inaspettato.
Questo è ciò che è accaduto ad undici persone, me compresa, che presso il nostro Oratorio, hanno fatto la loro promessa il 24 Maggio scorso, entrando ufficialmente a far parte della famiglia Salesiana come Salesiani Cooperatori.
Il tutto si è svolto quasi in sordina,nel rispetto di una ritrovata semplicità, ma l'emozione e la felicità erano tante.
Con questa lettera, vorrei ricordare il percorso formativo fatto e l'unione fraterna che avvertivamo quando condividevamo i momenti di preghiera, di ascolto di testimonianze di vite cristiane raccontateci, unione indispensabile per assaporare l'appartenenza e il concreto significato di vita associativa.
Sicuramente da sottolineare è l'importanza delle parole pronunciate durante la promessa, parole che risuonano quotidianamente nella mia testa, fatte mie sin dal primo momento.
Tali parole, richiamano il messaggio di Giovanni Paolo II per la XLII giornata mondiale di preghiera per le vocazioni " DUC IN ALTUM", "Chiamati a prendere il largo", proprio ad evidenziare l'apertura verso il mondo che si è prospettata dopo la nostra promessa.
L'invito ad un nuovo "modus operandi" ( modo di vivere e operare ), non un' arrivo o un compimento.
Ora viene il bello! È il momento di mettere le mani in pasta e di interpretare il proprio impegno nella maniera più dinamica, più creativa, più moderna ...
Affianchiamo i giovani più problematici all'interno e al dì fuori dell' Oratorio, prestiamo attenzione nelle situazioni di vita quotidiana : c'è sempre un ragazzo che ha bisogno d'ascolto!
Il nostro stile concreto di vita e di azioni ci deve distinguere e spingere a cercare quel punto accessibile al bene che Don Bosco era così bravo a trovare e che ha scovato in ciascuno di noi.
Che il nostro esempio sia di incoraggiamento ad incrementare la nostra famiglia con nuove vocazioni.
Con affetto in San Giovanni Bosco
Lucia Colapinto
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